Ribilanciamenti: questi sconosciuti!
Nella mia attività di consulente finanziario nella città di Brescia spesso incontro persone che mi chiedono di analizzare i portafogli che hanno in essere presso il loro interlocutore bancario. Oltre a non conoscere il motivo per cui si trovano in portafoglio questo o quello, non hanno idea della strategia di base ( mi viene da pensare che probabilmente non ci sia) e di come movimenteranno gli asset in futuro in base alle condizioni di mercato. Quando mi raccontano di come è stato movimentato il portafoglio in passato il copione è pressoché il solito: ” ogni tanto mi chiamano per farmi vendere un fondo e cambiarlo con un altro”. Tutto qua. Nessuno mai, per ora, mi ha detto: “ ogni tanto mi chiamano per ribilanciare gli asset in portafoglio”.
Cosa significa ribilanciare gli asset? Semplicemente riportarli alla loro percentuale di partenza. Visto che un portafoglio di investimento è “vivo”, nel tempo le varie parti che lo compongono si muovono: qualcosa sale, qualcosa scende e così via, e le percentuali di partenza si alterano.
Ribilanciare una volta l’anno, o in caso di movimenti importanti del mercato, le asset class può sembrare una cosa banale. In realtà è un’azione potente: merito della matematica. Il primo motivo per cui è importante farlo è quello di mantenere nel tempo la stessa quantità di rischio pianificata in partenza, ma c’è molto di più. Può addirittura aiutarci a generare rendimento in condizioni di mercato in cui sembra che rendimento non ce ne sia.
A riguardo ho letto recentemente un interessante articolo sul sito https://portfoliocharts.com. L’autore ci chiede di immaginare due tipi di investimenti. Il primo ha un andamento a onde sempre identiche, sale e scende, sale e scede. Scende del 33%, poi sale del 50%, e avanti così. Come si può vedere nel lungo termine il rendimento atteso è pari a 0.
Il secondo investimento invece è praticamente piatto, non si muove mai e anch’esso ha rendimento pari a 0.
( fonte www.portfoliocharts.com)
Se investissimo il 50% delle nostre risorse in ognuno di questi due investimenti e non toccassimo nulla il rendimento atteso, come potete ben capire, sarebbe sempre 0.
E se noi invece ogni anno iniziassimo a ribilanciare il portafoglio cosa succederebbe? Una cosa decisamente interessante. Il semplice ribilanciamento tra loro genererebbe un portafoglio con un rendimento atteso del 2% (partendo da due asset con rendimento atteso a 0%)
Come si può vedere il rendimento in questo caso non dipende dal valore dei due investimenti, ma dalla strategia di ribilanciamento.
Dietro a questo processo che possiamo comprendere in maniera intuitiva c’è in realtà la matematica, ma in questa sede non voglio approfondire concetti troppo tecnici.
E’ un po’ quello che si sente spesso dire: compra basso e vendi alto! In realtà quanti lo fanno?
I ribilanciamenti sono un modo semplice e efficace per attuare la strategia del “compra basso e vendi alto”, un modo per diminuire la volatilità media del portafoglio e aumentare il rendimento atteso.
Questo esempio presuppone due investimenti, l’intelligenza del ribilanciamento può naturalmente essere applicata ( come nelle strategie che io stesso utilizzo) anche in presenza di più asset class. Molti famosi portafogli utilizzano la strategia del ribilanciamento degli asset. Ricordate che affinché funzioni è necessario detenere nel proprio portafoglio asset decorrelati tra loro, non asset che si muovono in maniera identica ( per approfondire https://www.finanzaumanistica.it/la-magia-della-diversificazione/).
Ci saranno periodi in cui il ribilanciamento ci darà più spinta, in altri meno, ma sarà sempre utile per migliorare i rendimenti aggiustati per il rischio di portafoglio ( anche questo un concetto, ahimè, poco conosciuto e praticato).
Buon ribilanciamento a tutti!